Il giardino-museo e la Torre Saracena
Antica stazione-quartiere Baglio, Via F.A. Di Bella s.n.c. , Roccalumera (ME)
Il parco letterario Salvatore Quasimodo ha sede nella dismessa stazione ferroviaria a ricordo della professione di ferroviere del padre e del nonno paterno del poeta. All’interno del giardino-museo sono parcheggiati cinque vagoni ferroviari merci trasformati in treno-museo con all’interno la galleria fotografica della famiglia Quasimodo; i vagoni sono simili a quelli dove la famiglia visse per mesi dopo il terremoto del 28 dicembre 1908 a Messina, come il poeta ricorda nella poesia Al padre; il giardino contiene piante descritte nelle poesie di Quasimodo. Nella biglietteria si trovano molti cimeli, tra i quali lo studio originale di Milano, la laurea dell’università di Messina e i certificati di nascita e di lavoro sia del poeta che della prima moglie Bice Donetti; inoltre è conservata la corrispondenza privata con personalità estere, e si possono visionare filmati delle teche Rai ed di televisioni estere, come la cerimonia del premio Nobel.
Il Parco ha una sede a Roccalumera ,luogo d’origine della famiglia e una seconda sede a Modica, luogo di nascita del poeta ; è gestito dal Club Amici di Salvatore Quasimodo, organizzazione sorta per diffondere l’opera e la figura del poeta, che ha la sua sede generale presso la Torre Saracena, con sedi istituite anche a Modica, a Patti-Tindari, Messina, Siracusa, Firenze , Milano e Bologna . È stata costituita anche una sezione internazionale del Club, che ha la sede presso il Istituto Italiano di Cultura di Vienna, presieduta da Alessandro Quasimodo, con vicepresidente Dante Arnaldo Marianacci.
A pochi passi dal giardino-museo, sorge un’antica torre di guardia, comunemente detta “Torre Saracena” o “Torre Ficara”, inserita come monumento storico all’interno del Parco Letterario , quale fonte di ispirazione e luogo familiare al poeta.
Fu costruita durante la dominazione araba in Sicilia , tra l’anno 1000 e il 1050, per proteggere il popolo dalle invasioni dei pirati; ogni paese della Riviera Jonica aveva una sua torre , in caso di attacco le torri comunicavano tra di loro utilizzando il fuoco di notte e gli specchi durante il giorno. Per segnalare al popolo dell’imminente attacco, dalla cima della torre venivano suonate delle campane e dalla torre partiva un cavaliere che, con trombe o tamburo, avvisava gli abitanti delle borgate fuori paese. I Roccalumeresi trovavano rifugio all’interno della torre oppure usavano allontanarsi e raggiungere zone collinari.
Se veniva conquistato il piano terra della torre, dal secondo piano facevano rotolare delle palle di cannone che uccidevano chi cercava di salire a i piani alti . Con l’invenzione della polvere da sparo furono aperte tre bocche per i cannoni verso il mare; durante gli attacchi, dal vicino castello di Fiumedinisi , partiva la cavalleria per bloccate i nemici.
La prima famiglia proprietaria della Torre fu quella dei Rocca , famiglia nobiliare che diede il nome al paese di Roccalumera.
Nel 1578 la “Torre saracena” presentava una struttura con un tetto conico, due lucernari sulla parte superiore, una porticina d’ingresso al di sopra della zoccolatura e, di fianco, la stalla per il “cavallaio”, visibile ancora oggi.
Nel ‘700 molti nobili del Nord Europa usavano fare il “Gran Tour”, un viaggio in tutta Europa , oggi all’interno della torre è conservata una stampa che raffigura la torre vista da un viaggiatore norvegese , una cui copia è esposta al museo di Stoccolma.
Dopo il 1830 furono aperte, nella parte superiore, due finestre a sesto acuto in pietra bianca e il tetto fu arricchito da una notevole merlatura che fungeva da terrazzo.
Il poeta premio Nobel Salvatore Quasimodo fu particolarmente legato alla torre , tanto da dedicarle la poesia Vicino ad una Torre Saracena*( incisa in una lapide marmorea posta nel 1981 alla base della torre), in ricordo del fratello Enzo che morì molto giovane a causa di una malattia ; nei periodi di vacanza i fratelli Quasimodo con delle biciclette attraversavano il centro storico , conosciuto come ” U Baghiu” in dialetto messinese , per raggiungere i loro amici che li aspettavano nel piazzale della Torre Saracena .
La “Torre saracena” è divenuta nel tempo il simbolo di Roccalumera, ma si scoprì non essere l’unica torre del paese; infatti nel 2015 un agricoltore trovò nel suo agrumeto i resti di un’ antica torre , era la Torre Pagliara , usata per difendere la frazione di Pagliara, di cui si erano perse le tracce dal 1760, per lo straripamento dell’omonimo torrente, che sommerse e portò via gran parte della struttura.
Nel 1998 fu bandito il Progetto “i Parchi Letterari”, su 250 progetti, incentrati sulla valorizzazione del territorio di illustri letterati, vinsero solo 15 tra cui il Progetto “Quasimodo” ; così nel 2000 la torre venne restaurata e nel 2001 fu inaugurata. All’interno è possibile visionare il film del Parco Letterario Salvatore Quasimodo , “La mia siepe è la Sicilia“, che racconta la vita Roccalumerese di Quasimodo attraverso le sue poesie, e sono esposti i famosi “guaches”, acquarelli disegnati personalmente da Quasimodo per ricordare l’infanzia a Roccalumera, oltre ad una stampa di un viaggiatore medievale .
Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto 1901 da Gaetano e Clotilde Ragusa a Modica, dove il padre, capostazione, era stato assegnato nella locale stazione. In seguito all’alluvione di Modica del 26 settembre 1902, qualche settimana quindi dopo il suo primo compleanno, la madre Clotilde con i piccoli Salvatore ed il fratello Enzo poco più grande nato nel 1899,si trasferì nella più sicura casa di Roccalumera, dal nonno paterno Vincenzo che era partito con mezzi di fortuna per recuperarli per l’impossibilità del padre Gaetano a lasciare il servizio. Fu battezzato a Roccalumera, nella Chiesa della Madonna Bambina, il giorno 11 settembre 1901. Dopo circa due mesi dalla nascita di Salvatore, il padre Gaetano fu trasferito. La famiglia del piccolo Salvatore fu costretta a spostarsi frequentemente, al seguito del padre, nelle varie stazioni ferroviarie siciliane: Aragona Caldare, Sferro, Comitini, Roccalumera, Valsavoja). Nel 1908 a Gela iniziò a frequentare le scuole elementari.
Nel febbraio del 1909 il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella stazione di Messina colpita da un disastroso terremoto e successivo maremoto il 28 dicembre 1908. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario morto della stazione. Quegli anni resteranno impressi nella memoria del poeta che li evocherà nella poesia Al Padre scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 anni dal disastroso terremoto di Messina inserita nella raccolta La terra impareggiabile.
Nel 1916 si iscrisse all’Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo per poi trasferirsi a Messina nel 1917 e continuare gli studi presso l’Istituto “A. M. Jaci” di Messina dove conseguì il diploma nel 1919. Durante la permanenza in questa città conobbe il giurista Salvatore Pugliatti ed il futuro sindaco di Firenze Giorgio La Pira, con i quali strinse un’amicizia destinata a durare negli anni e con i quali nel 1917 fondò il «Nuovo Giornale Letterario» una pubblicazione mensile, sul quale pubblicò le sue prime poesie, venduta nella locale tabaccheria di uno zio di La Pira che divenne luogo di ritrovo per giovani letterati.
Nel 1919 si trasferì a Roma dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli per impiegarsi in più umili attività: disegnatore tecnico presso un’impresa edile, e, in seguito, impiegato presso un grande magazzino. Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Papa Leone XIII. Collaborò ad alcuni periodici e studiò il greco e il latino dedicandosi ai classici, destinati anch’essi a divenire per lui fonte di ispirazione.
Le precarie condizioni economiche di questo periodo terminarono quando nel 1926 venne assunto dal Ministero dei Lavori Pubblici ed assegnato come geometra al Genio Civile di Reggio Calabria. Qui strinse amicizia con i fratelli Enzo Misefari e Bruno Misefari, entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di Reggio Calabria, che lo invogliarono a ritornare a scrivere. Nello stesso anno sposò Bice Donetti, una donna di otto anni più grande, con la quale aveva convissuto ed a cui dedicherà una poesia dopo la sua morte avvenuta nel 1946.
Il giovane Salvatore,dall’età di 25 anni, risolti i problemi economici, poté dedicarsi più assiduamente alla letteratura. Fu invitato a Firenze dal cognato scrittore Elio Vittorini, che nel 1927 aveva sposato la sorella Rosa, che lo introdusse nei locali ambienti letterari permettendogli di conoscere Eugenio Montale, Arturo Loria, Gianna Manzini e Alessandro Bonsanti. Il Bonsanti che in quel tempo dirigeva la rivista Solaria pubblicò nel 1930 tre poesie (Albero, Prima volta, Angeli). Maturò ed affinò così il gusto per lo stile ermetico, cominciando a dare consistenza alla sua prima raccolta Acque e terre, che lo stesso anno pubblicò per le edizioni Solaria.
Nel 1931 venne trasferito presso il Genio Civile di Imperia ed in seguito presso quello di Genova. In questa città conobbe Camillo Sbarbaro e le personalità di spicco che gravitavano intorno alla rivista Circoli, con la quale il poeta iniziò una proficua collaborazione pubblicando, nel 1932, per le edizioni della stessa, la sua seconda raccolta Oboe sommerso, nella quale sono raccolte tutte le poesie scritte tra il 1930 e il 1932 e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la sua adesione all’ermetismo.
Ottenuto il trasferimento a Milano nel 1934, venne però destinato da un capo-ufficio alla sede di Sondrio. Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura, iniziò a lavorare per Cesare Zavattini in una impresa di editoria e soprattutto si dedicò alla collaborazione con Letteratura, una rivista vicina all’Ermetismo.
Nel 1938 pubblicò a Milano una raccolta antologica intitolata Poesie, e nel 1939 iniziò la traduzione dei lirici greci. Nel 1941venne nominato professore di Letteratura italiana presso il Conservatorio di musica “Giuseppe Verdi” di Milano, incarico che mantenne fino alla fine del 1968.
Nel 1945 si iscrisse al PCI e l’anno seguente pubblicò la nuova raccolta dal titolo Con il piede straniero sopra il cuore— ristampata nel 1947 con il nuovo titolo Giorno dopo giorno —, testimonianza dell’impegno morale e sociale dell’autore che continuerà, in modo sempre più profondo, nelle successive raccolte, composte fra il 1949 e il 1958, come La vita non è sogno, Il falso e il vero verde e La terra impareggiabile, che si pongono, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile.
Durante questi anni il poeta continuò a dedicarsi con passione all’opera di traduttore sia di autori classici che moderni, e svolse una continua attività giornalistica per periodici e quotidiani, dando il suo contributo soprattutto con articoli di critica teatrale. Nel 1950 il poeta ottenne il Premio San Babila, nel 1953 condivise il premio Etna-Taormina con il poeta gallese Dylan Thomas, nel 1958 il premio Viareggio e nel 1959 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura, che gli fece raggiungere una definitiva fama e a cui seguirono le lauree honoris causa dalla Università di Messina nel 1960 e da quella di Oxford nel 1967.
Il poeta trascorse gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in America per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue liriche che nel frattempo erano state tradotte in diverse lingue. Nel 1965 cura la pubblicazione di Calignarmata, opera di poesia dell’autore Luigi Berti, uscita un anno dopo la morte di quest’ultimo (1964). Del 1966 è la pubblicazione di Dare e avere, sua ultima opera.
Nel giugno del 1968, mentre il poeta si trovava ad Amalfi, venne colpito da un ictus (aveva avuto già un infarto mentre visitava l’Unione Sovietica), che lo condusse alla morte dopo pochi giorni all’ospedale di Napoli. Il suo corpo fu trasportato a Milano e seppellito nel Cimitero Monumentale.
Parco Letterario: LUNEDI’ E MERCOLEDI’ dalle 15.30 alle 19.00
Torre Saracena: MARTEDI’ e GIOVEDI’ dalle 15.30 alle 19.00
E’ possibile prenotare visite guidate di gruppo e organizzare al Parco incontri culturali, ricevimenti e feste private; per maggiori informazioni visitate il sito www.parcoquasimodo.it
“The Incomparable Land” – Salvatore Quasimodo LITERARY PARK
The museum-like garden and the Saracen Tower
Old railway station – Baglio quarter, via F. A. di Bella, Roccalumera (ME) – Sicily-Italy
THE MUSEUM-LIKE GARDEN
The Salvatore Quasimodo literary park is housed inside a former railway station in the town of Roccalumera, as a tribute to the poet’s father and grandfather who both worked as railway employees.
In the garden five freight rail cars have been parked and turned into museum rooms where a photo gallery of Quasimodo’s family is displayed; the rail cars are similar to those where the poet’s family lived for months after the earthquake that hit Messina on December 28th 1908, as the poet recalls in the poem dedicated to his father.
The garden contains many plants described in Quasimodo’s poems. In the ticket office there are many relics, including the original studio, moved from his house in Milan, the degree awarded by the University of Messina, the certificates of birth and work of the poet and his first wife, Bice Donetti; in the museum you can also see the private correspondence with foreign personalities, and it is possible to watch videos from Italian and foreign television archives such as the original video of the Nobel Prize ceremony.
The Literary Park of Salvatore Quasimodo consists of two locations. One is in Roccalumera, the place of origin of Quasimodo’s family, and the other is in Modica, the poet’s birthplace. The activities of the park are carried out by the Club “Friends of Salvatore Quasimodo”, an organization whose mission is to spread knowledge about the poet and his work. The organization has its main office in the Saracen tower of Roccalumera and several branch offices throughout Italy: Modica, Patti-Tindari, Messina, Siracusa, Florence, Milan and Bologna. There is also an international centre of the Club, headquartered at the Italian Cultural Institute of Vienna, featuring Alessandro Quasimodo as president and Dante Arnaldo Marianacci as vice president.
THE SARACEN TOWER
Very close to the museum-like garden is located an ancient watchtower, commonly called “Saracen Tower” or ” Ficara Tower “, included in the Literary Park as a historical monument since it used to be a source of inspiration and a familiar place to the poet.
It was built during the Arab domination in Sicily, between 1000 and 1050, to protect the people from pirate raids; each town of the Ionian Coast had its own tower, in case of attack the towers communicated with each other using fire at night and mirrors during the day. In order to warn people of the impending attack, the tower bells would be rung and a knight would leave from the tower to warn, by using trumpets and drums, the people of the villages around the town. The inhabitants of Roccalumera would find shelter inside the tower or escape to the hills.
If the ground floor of the tower was conquered, cannonballs would be rolled down from the second floor to kill those who tried to climb to the upper floors. With the invention of gunpowder, three openings for the cannons were created, that looked on to the sea. During the attack, the cavalry of the near town of Fiumedinisi would leave the castle and run to stop the enemies.
The first family to own the tower was the Rocca family, a noble family the town of Roccalumera is named after.
In 1578 the structure of the Saracen Tower featured a conical roof, two skylights on the top, an entrance door above the base and an adjoining stable, still visible today.
In the 18th century many aristocrats from Northern Europe used to do the “Grand Tour”, a trip around Europe, and during one of these trips a Norwegian traveler painted the tower on a canvas that is still kept inside the tower (a copy of the painting is also displayed in a museum of Stockholm).
After 1830 two white stone lancet windows were opened and the roof was enriched by a remarkable crenelated parapet that served as a terrace.
Salvatore Quasimodo had a strong affection for this tower, so much so that the poem he wrote in memory of his brother Enzo, who died very young because of an illness, bears the title “Near a Saracen Tower *” (the poem is engraved on a marble plaque placed in 1981 at the base of the tower). During holidays, Salvatore and his brother used to ride their bicycles across the old town of Roccalumera, known as “U Baghiu” in the local dialect, to reach their friends who were waiting for them in the square in front of the Saracen Tower.
The “Saracen Tower” has become over time a symbol of Roccalumera, although it was not the only one in town, as it has recently been discovered. In 2015 a farmer found in his orchard the remains of an ancient tower, that turned out to belong to “Pagliara tower” – used to defend the village of Pagliara -. No evidence had been found of its existence since 1760, when the overflowing of a torrent submerged and took away much of the structure of the ancient tower.
Thanks to the Project “Literary Parks”(1998), the Saracen Tower was restored in 2000 and inaugurated in 2001. Inside the tower you can watch the movie made by the Salvatore Quasimodo Literary Park “My fence is Sicily”, that tells the story of Salvatore Quasimodo through his poetry. It is also possible to admire the famous “gouaches”, watercolours that Quasimodo painted himself to recall his childhood in Roccalumera, as well as the painting by the medieval traveler from Norway.
LIFE OF SALVATORE QUASIMODO:
Salvatore Quasimodo was born on August 20th 1901 to Gaetano and Clotilde Ragusa in Modica, where the father Gaetano worked as a stationmaster. After the flood of Modica (26th September 1902) his mother Clotilde with Salvatore and his brother Enzo, born in 1899, moved in to the safer house of Roccalumera, with the help of the grandfather Vincent- his father Gaetano needed to stay in Modica for work. Salvatore was christened in Roccalumera, in the Church of the Child Mary, on September 11th, 1901. The family of Salvatore had to move frequently to different cities because his father was assigned to various railway stations in Sicily: they lived in Aragona Caldare, Sferro, Comitini, Roccalumera, Valsavoja. In 1908 Salvatore began attending the elementary school in Gela.
In February 1909 all the family moved to Messina, because the father was in charge of reorganizing the railway traffic at the local station, hit by the disastrous earthquake and subsequent tsunami on December 28th, 1908. At that time the family lived in a rail car parked at the station. Those years would remain etched in the memory of the poet who recalled this period in the poem written on the occasion of his father’s 90th birthday (50 years after the earthquake) and included in the collection The incomparable land.
In 1916 he studied at the Technical Institute of Mathematics and Physics in Palermo, and in 1917 moved to Messina to continue his studies at the Institute “A.M. Jaci” where he took his high school diploma in 1919. During his stay in Messina he met the jurist Salvatore Pugliatti and the future mayor of Florence, Giorgio La Pira, with whom he started a good friendship and founded the “New Literary Journal” in 1917. The journal was a monthly publication in which Quasimodo published his first poems and was sold in a local tobacco shop, owned by La Pira’s uncle, that became a meeting point for young writers.
In 1919 he moved to Rome where he planned to finish his studies in engineering but, owing to poor economic conditions, he had to quit university and take up more lowly jobs: he worked as a drafter for a construction company and later as an employee in a department store. Meanwhile he collaborated with some periodicals and started learning Greek and Latin with the help of Monsignor Mariano Rampolla, great-grandson of Cardinal Rampolla, Secretary of State of Pope Leo XIII.
The adverse circumstances ended in 1926 when he took a job at the Ministry of Public Works and was assigned as a surveyor to the Civil Engineer Corps of Reggio Calabria. There he made friends with the brothers Bruno and Enzo Misefari, both members (the first communist, the second anarchist) of the anti-fascist movement of Reggio Calabria; they encouraged Salvatore to start writing again. In the same year he married Bice Donetti, a woman eight years older, to whom he dedicated a poem after she died in 1946.
The poet’s father retired in 1927 and, after a short stay in Florence, returned to his home in Roccalumera, where he lived with his two sisters who hadn’t got married.
Many years later, the poet, in memory of the many relocations of his family, described himself and that period with these verses:
“… that boy who fled at night with a short coat
and some verses in his pocket… »
(Salvatore Quasimodo, Letter to my mother)
From the age of 25, after solving his economic problems, Quasimodo was able to devote himself more assiduously to literature. He was invited to Florence by the writer Elio Vittorini, who in 1927 had married Quasimodo’s sister Rosa. Vittorini introduced Quasimodo to the most important local literary circles, where he met Eugenio Montale, Arturo Loria, Gianna Manzini and Alessandro Bonsanti. Bonsanti, who at the time ran the review Solaria, published three of his poems in 1930 (Tree, First time, Angels). He developed a taste for the hermetic style and began to give consistency to his first collection Waters and lands, that he published in the same year with Solaria.
In 1931 he was transferred to the Civil Engineer Corps of Imperia and later to Genoa. In this city he met Camillo Sbarbaro and other personalities that gravitated around the review Circoli, with which the poet began a good collaboration by publishing, in 1932, his second collection Sunken Oboe. In this collection, that includes all poems written between 1930 and 1932, his adherence to hermeticism began to emerge more clearly.
He managed to be assigned to Milan in 1934, but the head of office sent him to the town of Sondrio. In 1938 he left the Civil Engineering Department to devote himself to literature. He started working for Cesare Zavattini in a publishing company and collaborating with Literature, a review close to the hermeticism.
In 1938 he published in Milan an anthology entitled Poems, and in 1939 started translating Greek lyric poets. In 1941 he was appointed professor of Italian Literature at the “Giuseppe Verdi” Music Conservatory in Milan, where he worked until the end of 1968.
He joined the PCI (Italian Communist Party) in 1945 and published during the following year a new collection: With a foreign foot above the heart – reprinted in 1947 with the new title Day after day – is a testimony of his moral and social commitment. Such a commitment would last throughout the three collections that followed, composed between 1949 and 1958: Life is not a dream, The fake and the real green and The incomparable land, that stand out, with their epic tone, as an example of clear civil poetry.
During these years the poet continued his work as a translator of both classic and modern authors, and carried out a continuous journalistic work for periodicals and newspapers, especially as a theatre critic. In 1950 he was awarded the Premio San Babila, in 1953 he shared the Etna-Taormina prize with the Welsh poet Dylan Thomas, received the Viareggio Prize in 1958 and was awarded in 1959 the Nobel Prize for Literature, which made him achieve worldwide fame. These prizes were followed by two honorary degrees: one from the University of Messina in 1960 and the other from the University of Oxford in 1967.
The poet spent the last years of his life taking numerous trips to Europe and America to give lectures on his lyric poems, which, in the meantime, had been translated into various languages.
In 1965 he worked on the publication of Calignarmata, written by the poet Luigi Berti, published one year after Berti’s death (1964).
In 1966 he published Giving and taking, his last work.
In June of 1968, while in Amalfi, Quasimodo suffered a stroke (he had already had a heart attack while visiting the Soviet Union) that led to his death a few days later at the hospital of Naples. His body was transferred to Milan and buried at the Monumental Cemetery.
OPENING HOURS:
Literary Park: every MONDAY AND WEDNESDAY from 3.30 p.m to 7.00 p.m.
Saracen Tower: every TUESDAY and THURSDAY from 3.30 p.m to 7.00 p.m.
It is also possible to book group visits and organize cultural meetings and private parties in the Park ; for more information visit www.parcoquasimodo.it