Piazza della Vittoria
Una serie di scavi eseguiti fra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso ha riportato alla luce una delle zone più interessanti dell’antica Siracusa. In età arcaica, l’area era situata all’ esterno della cinta muraria che proteggeva il quartiere Achradina (la fascia di terraferma prospiciente l’isolotto di Ortigia, sede del primo insediamento dei coloni greci provenienti da Corinto). Era prossima ad un corso d’ acqua oggi scomparso, l’antico torrente S. Giorgio, il cui corso inferiore, prima di sfociare nel Porto Piccolo, segnava il limite orientale della zona abitata. Rocciosa e accidentata, la zona fu interessata da un’estesa necropoli, in uso in età arcaica fino agli inizi del del V secolo a.C., di cui alcune tombe a fossa sono ancora visibili nell’ area dell’attiguo Santuario della Madonna delle Lacrime, ad una quota più bassa rispetto a quella delle strutture anche rinvenute nella piazza.
Nel V sec. A.C., vi fu edificato un santuario dedicato alle divinità ctonie di Demetra e Kore. All’ interno dell’area sacra ( temenos ), racchiuso a Nord da un muro (1), sorgeva un tempio (2), di cui rimangono gli scassi per le fondazioni ( m. 18 x 10 ); era probabilmente costituito da una cella preceduta da un portico con quattro colonne, secondo una tipologia piuttosto diffusa in Sicilia alla fine dell’ età classica. Presso la fronte orientale del tempio, uno scasso in roccia (3) indizia la posizione dell’altare. Una serie di vani quadrangolari a nord del tempio (4) ospitava la ricchissima stipe votiva, costituita da centinaia di statuette in terracotta raffiguranti Demetra, con i suoi attributi più usuali, la fiaccola e il porcellino. E’ stato proposto (ma l’ipotesi è controversa) di identificare in quest’ area sacra il santuario di Demetra ricordato dallo storico Diodoro (XVI, 63) come quello distrutto da Imilcone nel corso della sua incursione nel suburbio di Acradina nel 326 a.C., che sarebbe poi stato ricostruito nella Neapolis, dove Cicerone ne ricorda l’esistenza ai suoi tempi, intorno al 70 a.C.
Ad est del muro di tempio, e costruita nello stesso periodo, si trova una grande fontana a bacino rettangolare (5), preceduta sul lato settentrionale da un portico oggi scomparso, di cui rimane il basamento; probabilmente nel III sec. a.C., ne fu monumentalizzato l’ elevato con la costruzione, nel lato sud, di una nicchia destinata ad ospitare la statua di una divinità.
Nel corso del IV sec. a.C. il santuario cessò di vivere; il tempio fu integralmente spogliato fin dalle fondazioni, e solo un pozzo sacro ( bothros, 6 ) rimase in uso fino al II sec. a.C., ad attestare l’antica destinazione sacra dell’ area. Una serie di case di età ellenistica e romana (7), ai due lati di una stradella ( stenopos, 8 ) sorge al di sopra delle fondazioni del tempio.
A nord del santuario corre un’altra strada (9), orientata in senso est-ovest, che presenta due basolati sovrapposti, di cui il più antico è del I sec. a.C., mentre il secondo si data II-III sec. d.C.; non è da escludere tuttavia che il primo impianto della strada sia più antico, riferibile almeno ad età ellenistica. La strada est-ovest rappresenta uno degli assi più importanti dell’impianto ellenistico di questa parte della città, in cui l’espansione dell’abitato, che progressivamente occupa l’area un tempo riservata alla necropoli, si realizza a partire della seconda metà del IV sec. a.C. Nel corso del III sec. a.C., durante il lungo periodo di pace e prosperità assicurato a Siracusa dal governo di Jerone II, basileus accorto e illuminato, l’espansione dell’abitato in questa parte della città si completa e si regolarizza. La strada est-ovest assume un ruolo di cerniera e raccordo fra due nuclei di abitato, costituiti da due serie di isolati, uno a nord e l’altro a sud, di diverso impianto. Scavi oggi non più visibili hanno accertato che i due gruppi di isolati mostrano moduli e orientamento diversi; quelli a nord, di dimensioni più ampie e scanditi da traverse perfettamente perpendicolari alla strada est-ovest, sono riferibili ad età ieroniana, e rilevano una volontà pianificatrice di ampio respiro. Jerone II fece del quartiere della Neapolis il luogo privilegiato per la rappresentazione del suo potere e della sua magnificenza; a lui si deve il rifacimento, nelle forme grandiose che oggi conosciamo, del vicino teatro sulle pendici del colle Temenite, e, nei pressi, la costruzione del gigantesco altare ( l’ Ara di Jerone ) dedicato a Zeus Eleutherios ( “ il liberatore “, con riferimento alla cacciata del tiranno Trasibulo, l’ ultimo dei Dinomenidi ). La continuazione della strada est-ovest raggiungeva la zona monumentale della Neapolis, e il suo orientamento si allineava alla fronte del teatro.
Zona pubblica.
A series of excavations carried out in the 1970s and 1980s brought to light one of the most interesting areas of ancient Syracuse. In ancient times the area was situated outside the city walls that protected the Achradina quarter ( the strip of land facing the island of Ortigia, the site of the first settlement of Greek colonists from Corinth ). It was situated next to a now dissipated watercourse, the ancient San Giorgio ( St.George ) river, whose lower course, before flowing into Porto Piccolo ( the Little Harbour ), marked the eastern boundary of the inhabited zone. Rocky and bumpy, the area contained an extensive necropolis, in use from antiquity until the 5th Century BC, some graves of which are still visible in the area adjacent to the Sanctuary of the Mary of the Tears, at a lower altitude compared to those of the ancient structures discovered in the square.
In the 5th Century BC a sanctuary was raised in dedication to the chthonic gods Demetra and Persephone. Inside the sacred area ( temenos ),fenced in by a northern wall (1), stood a temple (2) of which only the foundation beds remain ( 18m. x 10m. );
It was probably built upon an existing cell using a portico with four columns, according to a fairly widespread fashion across Sicily at the end of the classical era. On the eastern side of the temple a hole in the rock bed (3) indicates the position of the altar. A series of the temple (4) held the rich votive offerings: hudreds of terracotta statues depicting Demeter with her usual emblems, the torch and the piglet. It has been proposed ( controversially ) that this sanctuary of Demeter is the same as that mentioned by the historian Diodorus (XVI, 63) as being destroyed by Himilco during his incursion into the Achradina suburb in 326 BC, and was reconstructed in the necropolis, where Cicero recorded its existence around 70 BC.
To the east of the temple wall and built in the same period is found a large rectangular fountain basin (5) preceded by a now absent portico on the northern side, the plinth of which remains. In the 3rd Century the construction was probably elevated on the south side to built a monument, consisting of a niche designed to accommodate the statues of a god.
Century BC the sanctuary died; the temple was completely stripped down to the foundations and only a sacred wall ( bothros, 6) remained in use until the 2nd Century BC, as witness to the area as a holy destination. A series of Hellenistic and Roman era houses (7), on both sides of the road ( stenepos, 8), rose above the temple foundation.
To the north of the sanctuary runs another road (9) heading east to west, with two overlapping pavements, the oldest of which dates from the 1st Century BC, the second from the 2nd to 3rd Century AD; however it is not to be ruled out that the first plan of the road is much older, dating back to at least the Hellenistic age. The east-west road represents an important axis of the Hellenistic structure of this part of the city, in which the expansion of the settlement progressively occupied the area previously reserved for the Necropolis, starting from the second half of the 4th Century BC. In the 3rd Century BC, during a long period of peace and prosperity secured by thw Syracuse governor, Hiero II, the prudent and enlightened basileus, the expansion of the settlement in this part of the city was completed and regulated. The east-west road assumed a pivotal and connecting role between the two parts of the settlement, made up of two very differently planned blocks, one in the north and one in the south. Excavations that are not visible today proved that the two areas displayed different forms and forms and guidance. The larger northern area was mapped out perfectly perpendicularly to the east-west road, a style related to the Hieronic era and which shows a willingness in planning to allow ample space. Hiero II turned the Necropolis quarter into a privileged site to demonstrate his power and magnificence. It was Hiero who transformed the theatre on the slopes of Temenite hill into the grand form that we recognize today and who built the nearby gigantic alter dedicated to Zeus Eleutherios ( “ The Liberator “- referring to the expulsion of the tyrant Thrasybulus, the last of the Dinomenidis ). The east-west road continued until the monumental area of the Necropolis, aligning itself to the front of the theatre.
Hace muchos años el área que esta situada a las afueras de los muros que protegían el cuadrante de Arcadia (es un terreno que se encuentra frente a la isla de Ortigia, lugar donde se establecieron los primeros colonos). Estaba situado cerca de una disipada corriente de agua, el antiguo San Giorgio (San Jorge) un rio, un recorrido corto, antes flotada en Porto Piccolo (un pequeño puerto), que era una zona deshabitada.
Rocoso y accidentado, es un área contenida en una extensa necrópolis y se usaba en la antigüedad desde el siglo V a.C., algunas tumbas siguen siendo visibles en una área adyacente del Santuario de las lágrimas de María, que esta es una de las iglesias más importantes de Siracusa, y están a poca altura comparado con otras estructuras descubiertas en este cuadrante.
En el siglo v a.C. el santuario fue realizado en dedicación a los dioses católicos Demetra y Perséfone. Dentro de esta área sagrada. Fue construido probablemente en una célula existente mediante un pórtico con cuatro columnas, de acuerdo con una manera bastante generalizada en Sicilia a finales de la época clásica. En el lado oriental del templo un agujero en el lecho de roca que indica la posición del altar.
En una parte del templo se encuentran las ofrendas más importantes: existen cientos de estatuas de terracota que representan Deméter con sus emblemas usuales, la antorcha y el lechón. Se ha propuesto (polémico) que este santuario de Deméter es la misma que la mencionada por el historiador Diodoro (XVI, 63), como ser destruido por Himilcón durante su incursión en el suburbio Acradina en el 326 a.C., y fue reconstruido en la necrópolis, donde Cicerón dejó constancia de su existencia en torno al 70 antes de Cristo. Al este de la pared del templo y construido en el mismo período se encuentra una gran cuenca fuente rectangular, precedido por un pórtico ahora ausente en el lado norte, el zócalo de la cual queda. En el tercio del siglo la construcción probablemente fue elevada en el lado sur para construir un monumento, que consiste en un nicho diseñado para dar lugar a las estatuas de un dios.
Siglo I a.C. el santuario murió; el templo fue completamente despojado a los fundamentos y sólo una pared sagrada se mantuvo en uso hasta el segundo siglo antes de Cristo, como testimonio de la zona como un destino sagrado. Una serie de casas de la época helenística y romana, en ambos lados de la carretera.
Al norte del santuario se encuentra otro camino en dirección de este a oeste, con dos pavimentos superpuestos, el más antiguo de los cuales es del siglo primero antes de Cristo, el segundo del 2 al siglo 3 d.C.; sin embargo, no está a descartar que el primer plan de la carretera es mucho más antigua, que se remonta al menos a la época helenística.
El camino de este a oeste representa un eje importante de la estructura helenística de esta parte de la ciudad, en el que la expansión del asentamiento progresivamente que se ocuparon la zona antiguamente reservada a la Necrópolis, a partir de la segunda mitad del siglo cuarto antes de Cristo. En el siglo 3 a.C. , durante un largo período de paz y prosperidad asegurada por el gobernador de Siracusa , Hierón II, el basileus prudente e iluminada , la expansión del asentamiento en esta parte de la ciudad se completó y regulada .
El camino de este a oeste asumió un papel central y la conexión entre las dos partes del acuerdo, compuesto por dos bloques planificadas de manera muy diferente, una en el norte y otro en el sur. Las excavaciones que no son visibles hoy demostraron que las dos áreas muestran diferentes formas y orientaciones. La zona norte más grande fue trazada perfectamente perpendicular a la carretera este-oeste, un estilo relacionado con la era Hieronica y que muestra una disposición en la planificación para permitir un amplio espacio.
Hierón II volvió el trimestre Necrópolis en un sitio privilegiado para demostrar su poder y magnificencia. Fue Hiero quien transformó el teatro en las laderas de Temenite colina en la gran forma que reconocemos hoy y que construyó el cercano gigantesco altar dedicado a Zeus Eleuterio (“El Libertador ” – en referencia a la expulsión del tirano Trasíbulo, el último de la Dinomenidis ). La carretera este-oeste se mantuvo hasta la zona monumental de la Necrópolis, alineándose
Une série de fouilles réalisées dans les années soixante-dix et quatre-vingt du siècle dernier a mis en lumière un des sites archéologiques les plus intéressants de l’ancienne Syracuse. À l’époque archaïque, la zone était située à l’extérieur des murs de la ville qui protégeaient le quartier Achradine (la fin de la partie continentale de vue sur la «île de Ortigia, site de la première colonie de colons grecs de Corinthe). Elle était proche un cours d ‘eau, maintenant disparu, l’ ancienne rivière St. George, dont le cours inférieur, avant de se jeter dans le Porto Piccolo, marquait la limite orientale de la zone habitée., elle était près d’une rivière qui ne existe plus, l’ancienne rivière St. George, dont le cours inférieur, avant de se jeter dans le Porto Piccolo, marquait la limite est de la zone habitée. Rocheue et cahoteuse, la région a été affectée par une «nécropole étendue, en usage dans la période archaïque jusqu’au début du Ve siècle av. J.C., certaines tombes sont encore visibles dans la zone attenant au sanctuaire de Notre-Dame des Larmes, à un niveau inférieur par rapport à celle des structures qui se trouvent également dans la place.
Au cinquième siècle av. J.C., a été construit un sanctuaire dédié aux divinités chtoniennes Demeter et Kore. À ‘intérieur de la «zone sacrée (Temenos), fermé au nord par un mur (1), il y avait un temple (2), dont restent les fondations (18 x 10 m.); Il a probablement été fabriqué à partir d’une cellule précédée d’un portique à quatre colonnes, selon une typologie assez répandu en Sicile à la fin de l’âge classique. Au front de l’Est du temple, une roche cresée (3) indique la position de l’autel. Au nord du temple dans une série de pièces quadrangulaires (4) figuraient les riches offrandes votives, constituées de centaines de figurines en terre cuite représentant Demeter, avec ses attributs habituels, la torche et le cochon. On a pensé (mais ”’hypothèse est controversée”) d’ identifier cette« zone sacrée le sanctuaire de Déméter, rappelé par l’historien Diodore (XVI, 63), comme celui détruit par Imilcone lors de son incursion dans la banlieue de Acradina en 326 av.J.C., qui a été reconstruit plus tard dans le quartier Neapolis, où Cicéron en rappelle l’existence de son temps j, vers le 70 av. J.C.
À l’est du mur du temple, construit à la même période, il y a une fontaine avec un grand bassin rectangulaire (5), précédée par un portique sur le côté nord, aujourd’hui disparu, dont reste une base; probablement au troisième siècle av.J.C., il a été transformé en monument en construisant, sur le côté sud, un créneau utilisé pour abriter la statue d’une divinité. Au cours du quatrième siècle av. J.C. le sanctuaire n’existait plus; le temple a été complètement dépouillé , et il ne resta en usage qu’ un puits sacré (bothros, 6) jusqu’au deuxième siècle av J.C., démontrant l’ancienne destination sacrée de la zone. Un certain nombre de maisons de l’époque hellénistique et romaine (7), aux deux côtés d’une petite rue (stenopos, 8) sont situées au-dessus des fondations du temple.
Au nord du sanctuaire il y a un autre chemin (9), orienté vers est-ouest, qui a deux chaussées qui se chevauchent, dont la plus ancienne est du premier siècle av.J.C.., tandis que la seconde est du deuxième ou troisième siècle av.J.C.. Il n’est pas impossible, cependant, que la première construction de la route soit la plus ancienne, rapportée au moins à la période hellénistique. La route est-ouest est l’un des axes les plus importants du reseau routier hellénistique de cette partie de la ville L’expansion du village, qui occupe progressivement la zone autrefois réservée à la necropole, se réalise à partir de la seconde moitié du IV sec. av.J.C..
Au cours du troisième siècle av. J.C., au cours de la longue période de paix et de prospérité assurée par le gouvernement de Syracuse d’ Hiéron II, basileus prudent et éclairé, l”expansion de l’agglomération urbain dans cette partie de la ville est terminée et est stabilisée. La route est-ouest a la fonction de charnière et raccord entre deux agglomérations, constitués de deux séries d’îlots, l’un dans le nord et l’autre au sud,à plante différente. Des fouilles ont établi que les deux groupes d’îlots montrent différentes formes et orientations; ceux du nord, aux grandes dimensions et marqués par des rues transversales parfaitement perpendiculaires à la route est-ouest, se rappportent à l’epoque ieronienne, et remarquent la volonté de détecter une volonté planificatrice à longue haleine.
Sous le regne d’ Hiéron le quartierNeapolis fut le lieu privilégié pour l’affichage de sa puissance et de sa gloire; c’est à lui que l’on doit la refection du théâtre voisin, comme l’on voit aujourd’hui , situé sur les pentes de la colline Temenite, et, aux alentours, la construction d’un gigantesque autel (le «Autel de Hiéron) dédié à Zeus Eleutherios (” le libérateur “puisqu’il avait été l’auteur de l’expulsion du tyran Thrasybule, le «dernier des Dinomenidi). La poursuite de la route Est-Ouest gagnait la zone monumentale de Neapolis, et était orientée en face du théâtre.
Eine Reihe von Ausgrabungen in den siebziger und achtziger Jahren des letzten Jahrhunderts brachten ans licht, eine der interessantesten platze der alten Syrakus. In der archaischen Zeit wurde das Gebiet “außerhalb der Stadtmauern, die das Stadtviertel Achradina (die Streifen Land mit Blick auf das geschützte ‘Insel Ortigia, Ort der ersten Siedlung von griechischen Kolonisten aus Korinth) entfernt. Es war neben ein verschwunderne Wasser Kurs, “alten Fluss St. George, dessen Unterlauf, vor der Entleerung in den Porto Piccolo, markiert die östliche Grenze der bewohnten Gegend. Rocky und holprig, wurde das Gebiet von einem betroffenen ‘erweitert Nekropole, die im Gebrauch in der archaischen Zeit bis zum Beginn des fünften Jahrhunderts vor Christus, sind einige Gräber noch im sichtbaren “Bereich” neben dem Heiligtum Unserer Lieben Frau der Tränen, um ein niedrigeres Niveau als die der Strukturen auch auf dem Platz gefunden.
Im fünften Jahrhundert. vor Chistus, wurde ein Schrein zu den chthonischen Gottheiten, Demeter und Kore gewidmet. Alle “innerhalb der” heiligen Bezirk (Temenos), im Norden von einer Mauer umschlossen (1), gab es einen Tempel (2), von denen die Grundlagen bleiben (18 x 10 m.); Es wurde wahrscheinlich von einer Zelle durch einen Portikus mit vier Säulen vorangestellt, nach einer Typologie am Ende des ‘klassischen Zeit weit verbreitet in Sizilien. An der Ostfront des Tempels, ein Einbruch in Fels (3) und der Position ‘Altar. Eine Reihe von viereckigen Räumen nördlich des Tempels (4) sind die Votivgaben untergebracht, bestehend aus hunderten von Terrakottafiguren Demeter, mit seinen Attributen mehr üblich, die Fackel und das Schwein. E ‘wurde vorgeschlagen (aber die “Hypothese ist umstritten), um dieses” heiligen Bereich zu identifizieren das Heiligtum der Demeter von dem Historiker Diodor (XVI, 63), wie die von Imilcone bei seinem Vorstoß in den Vororten von Acradina in 326 BC zerstörte , die sie später in Neapolis, in dem Cicero Zeit wieder aufgebaut wurde, rund 70 BC
Östlich von der Wand des Tempels, in der gleichen Zeit gebaut, gibt es einen großen, rechteckigen Brunnenbecken (5), von einem Säulengang auf der Nordseite inzwischen verstorbenen, seiner zylindrischen vorangestellt werden; wahrscheinlich im dritten Jahrhundert. BC, war es ein Denkmal der “Hoch durch den Aufbau, auf der Südseite, eine Nische verwendet wurde, um die Statue einer Gottheit zu beherbergen.
Während des vierten Jahrhunderts. V.Chr. das Heiligtum verstarb; der Tempel wurde vollständig von den Grundlagen beraubt, und nur einen heiligen Brunnen (Bothros, 6) blieb bis zweiten Jahrhundert. BC, was die alten heiligen Ziel “-Bereich. Eine Reihe von Häusern aus der hellenistischen und römischen (7), die auf beiden Seiten von einer kleinen Straße (stenopos, 8) über den Fundamenten der Tempel entfernt.
Im Norden des Heiligtums führt einen “anderen Weg (9), Ost-West orientiert, die zwei überlappenden Gehsteigen, von denen die älteste ist von dem ersten Jahrhundert hat. BC, während der zweite ist auf dem zweiten oder dritten Jahrhundert. D.C. nicht ausgeschlossen werden kann jedoch, dass die erste Anlage der Straße ist die älteste, zumindest in der hellenistischen Zeit zurückzuführen. Die Ost-West-Straße ist eine der wichtigsten Achsen der “hellenistischen System dieser Teil der Stadt, wo die” Ausweitung der Dorf, die allmählich die belegt ‘Bereich einmal für die Bestattung vorbehalten, wird aus der zweiten Hälfte des Jahres gemacht IV sec. V.Chr. Während des dritten Jahrhunderts. BC, während der langen Periode des Friedens und des Wohlstands durch die Regierung von Syracuse Hiero II gewährleistet, Basileus umsichtige und erleuchtet, die “Ausdehnung der Stadt in diesem Teil der Stadt ist abgeschlossen und wird stabilisiert. Die Ost-West-Straße übernimmt die Rolle eines Scharniers und Montage zwischen zwei Kernen bewohnt, die aus zwei Reihen von Blöcken, eine im Norden und dem ‘weiter südlich, verschiedenen Pflanzen. Ausgrabungen nicht mehr sichtbar darauf hingewiesen, dass die beiden Gruppen von Blöcken zeigen verschiedene Formen und Führung; die im Norden, die größeren Abmessungen und durch Kreuze perfekt senkrecht zur Ost-West-Straße markiert, beziehen sich auf die Alters von und wird ein breites Planer zu erkennen. Hiero II der Nachbarschaft von Neapolis der bevorzugte Ort für die Anzeige von seiner Macht und seiner Herrlichkeit; war er für Wiederaufbau zuständig, in grandioser Form, die wir heute kennen, in der Nähe des Theaters an den Hängen des Hügels Temenite, und in der Nähe, der Bau des riesigen Altar (der “Altar des Hieron) Zeus Eleutherios (” Befreier “gewidmet mit Bezug auf die Vertreibung der Tyrannen Thrasybulus, die “letzte Dinomenidi). Die Fortsetzung der Ost-West erreichte den Monumenten von Neapolis, und seine Ausrichtung auf die vor dem Theater ausgerichtet ist.